Roma è una città dove le religioni si incontrano da secoli, e nel cuore di questo dialogo spirituale c’è anche la comunità ebraica, una delle più antiche al mondo. Tra le sue molte anime, il movimento Chabad Lubavitch rappresenta una delle espressioni più vivaci, aperte e riconoscibili dell’ebraismo contemporaneo. Presente in oltre cento paesi, Chabad unisce spiritualità, accoglienza e impegno sociale, ed è un punto di riferimento anche per gli ebrei che vivono o viaggiano nella Capitale.

In questo articolo scopriremo cosa significa “Chabad”, chi sono gli ebrei Lubavitch e qual è la loro storia, per poi arrivare a Roma e comprendere come questa comunità contribuisce a mantenere viva la tradizione ebraica – anche attraverso la cultura gastronomica kosher, che trova la sua massima espressione nel Ghetto di Roma.

Cosa vuol dire Chabad

Il termine Chabad è un acronimo formato da tre parole ebraiche: Chochmah (sapienza), Binah (comprensione) e Daat (conoscenza). Questi tre concetti rappresentano le facoltà intellettuali attraverso le quali l’essere umano può comprendere la grandezza divina e tradurla in azione concreta.

Chabad è dunque una filosofia, prima ancora che un movimento religioso: una visione del mondo che mette al centro l’intelletto come strumento per avvicinarsi a Dio. Secondo questa dottrina, il cuore dell’ebraismo non risiede soltanto nella fede, ma nella comprensione consapevole di ciò in cui si crede.

Il movimento nasce nel XVIII secolo grazie al rabbino Schneur Zalman di Liadi, in quella che oggi è la Bielorussia. Da lì si è diffuso in tutto il mondo, dando vita a una rete di comunità, centri di studio e luoghi di accoglienza conosciuti come Bet Chabad (letteralmente, “Casa Chabad”).

Bet Chabad significato

Il Bet Chabad è molto più di una sinagoga. È un centro comunitario aperto a tutti, un luogo dove si può pregare, studiare, incontrare persone, condividere un pasto e trovare sostegno spirituale.

Ogni Bet Chabad è diretto da un Shaliach (emissario del Rebbe), un rabbino inviato a diffondere la conoscenza e la pratica dell’ebraismo. L’obiettivo non è solo quello di mantenere viva la tradizione, ma anche di creare ponti tra chi è profondamente osservante e chi magari si è allontanato dalla vita religiosa, offrendo un punto di riferimento accogliente e familiare.

Questi centri sono presenti in tutto il mondo: da New York a Parigi, da Gerusalemme a Sydney, fino a Roma, dove il Bet Chabad rappresenta un punto d’incontro per residenti, studenti e turisti ebrei che visitano la città.

Chi sono gli Ebrei Lubavitch

Gli ebrei Lubavitch appartengono al movimento chassidico fondato appunto da Schneur Zalman di Liadi nella cittadina di Lubavitch, in Russia, da cui deriva il nome. Si tratta di una delle correnti più dinamiche e conosciute dell’ebraismo ortodosso.

Il termine Lubavitch non indica solo un’origine geografica, ma un modo di vivere la religione. Gli ebrei Lubavitch credono che ogni persona, indipendentemente dal suo livello di osservanza o conoscenza, abbia un valore unico e un potenziale spirituale da sviluppare.

La loro missione è quindi portare luce nel mondo, diffondendo la consapevolezza di Dio attraverso l’insegnamento, la preghiera e le buone azioni (mitzvot). Sono noti per il loro atteggiamento positivo e per la capacità di coniugare profonda devozione con un’apertura sincera verso chiunque voglia avvicinarsi alla tradizione ebraica.

Chi sono gli ebrei chassidici

I chassidici, di cui i Lubavitch sono una delle principali espressioni, nascono in Europa orientale nel XVIII secolo come movimento di rinnovamento spirituale. In un periodo segnato da rigide formalità religiose e difficoltà sociali, il chassidismo riportò al centro la gioia, la preghiera e il rapporto personale con Dio.

La parola chassid deriva da chesed, che significa “bontà” o “pietà”. Gli ebrei chassidici credono che la santità si possa trovare in ogni momento della vita quotidiana: nel lavoro, nei rapporti umani, nel cibo, nella musica, nella danza. Tutto può diventare un canale per connettersi con il divino.

Una figura centrale del movimento è il Rebbe, non solo un leader religioso, ma un maestro e guida spirituale. Per i Lubavitch, il Rebbe più amato e influente è stato Menachem Mendel Schneerson, settimo Rebbe di Chabad, vissuto a New York nel XX secolo. Sotto la sua guida, il movimento è diventato una rete globale di sinagoghe, scuole e centri di assistenza spirituale, con una presenza fortissima anche in Europa e in Italia.

Chabad Lubavitch a Roma

Il Chabad Lubavitch a Roma è una realtà viva e accogliente, inserita nel tessuto storico della città ebraica più antica della Diaspora.

Fondata per servire la comunità locale e i numerosi turisti ebrei che visitano Roma, la sede romana del movimento si trova nel Ghetto Ebraico di Roma ed è un punto di riferimento per chi desidera pregare, studiare o semplicemente trovare un luogo familiare lontano da casa.

Il centro Chabad si trova in una delle zone più frequentate dagli ebrei in visita alla Capitale e offre una varietà di servizi:

  • celebrazioni delle principali festività ebraiche,
  • lezioni di Torah e corsi di ebraismo,
  • accoglienza per studenti e famiglie,
  • servizi religiosi come la preparazione dello Shabbat e delle festività,
  • assistenza ai viaggiatori che cercano pasti kosher o luoghi di preghiera.

La comunità si distingue per il suo spirito di apertura e la capacità di accogliere chiunque, ebreo o non ebreo, desideri conoscere meglio la cultura ebraica. Durante le festività ebraiche come Pesach, Rosh Hashanah o Hanukkah, le celebrazioni del Chabad Lubavitch di Roma attirano persone da ogni parte del mondo, diventando momenti di autentica condivisione.

Nel cuore di Roma, la presenza del Chabad è anche simbolo di continuità: in una città dove la storia ebraica risale a oltre duemila anni fa, questo movimento rappresenta il legame tra antiche radici e vita moderna.

Chabad Lubavitch e dieta kosher

Uno degli aspetti fondamentali della vita ebraica promossi dal movimento Chabad è la dieta kosher, un insieme di regole alimentari che deriva direttamente dalla Torah.

Mangiare kosher non è solo una questione di salute o tradizione, ma un atto spirituale. Ogni alimento deve essere preparato e consumato in modo che rispetti la purezza e la sacralità della vita. Le principali regole riguardano:

  • l’esclusione di carne di animali non ruminanti o privi di zoccolo fesso,
  • la separazione rigorosa tra carne e latticini,
  • l’utilizzo di utensili e cucine distinti per i diversi tipi di cibo,
  • il controllo e la benedizione di ogni prodotto da parte di autorità rabbiniche.

Dove assaggiare la vera cucina giudaico-romana

Nel contesto Chabad, il rispetto delle regole kosher è una forma di connessione quotidiana con la spiritualità, un modo per ricordare costantemente la presenza divina anche nei gesti più semplici, come il mangiare.

A Roma, questa tradizione si ritrova nel Ghetto Ebraico, una delle zone più affascinanti della città, dove la cultura giudaica è viva da oltre 500 anni. Qui è possibile respirare la storia e scoprire piatti unici che fondono la tradizione ebraica con quella romana.

Se vuoi vivere un’esperienza autentica e immergerti nella cultura ebraica attraverso i sapori, nel cuore del Ghetto c’è un indirizzo da non perdere: Ba’ Ghetto.

La filosofia del ristorante rispecchia perfettamente quella del Chabad Lubavitch: mantenere viva la memoria, accogliere con calore e trasformare ogni incontro in un momento di condivisione.

Prenota un tavolo da Ba’ Ghetto e scopri il gusto autentico della cucina giudaico-romana, nel cuore del Ghetto di Roma — dove fede, cultura e tradizione convivono da secoli in perfetta armonia.

27.10.25

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